venerdì 26 settembre 2008

L’apostolato missionario vuole anche radicale oculatezza

Lettera di San Francesco Saverio, gesuita, che relaziona sull’andamento del suo apostolato nelle Indie al Padre Generale dell’Ordine, S. Ignazio di Loyola.


I Brahmani [casta sacerdotale indiana ndr] sono i pilastri di tutto il paganesimo, e si dà loro l’incarico della custodia dei templi consacrati agli idoli. È la razza più perversa del mondo intero, ed è proprio per essi che fu scritta la preghiera del Salmista: “liberami dalla razza impura, dell’uomo ingannatore e pieno di astuzie”. Queste persone non dicono mai la verità, ma si ingegnano sempre a mentire sottilmente e ad ingannare i poveri ignoranti che li ascoltano. Dicono loro che gli idoli hanno bisogno di nutrimento, e molti portano loro un’offerta prima di mettersi a tavola. Essi mangiano (…), al suono dei cembali, e fanno credere che sono gli idoli a mangiare (…). Quando si trovano in difficoltà, questi brahmani ammoniscono il popolo ad affrettarsi a portare quello che essi chiedono, se no, gli idoli li faranno morire, li faranno cadere ammalati, oppure verranno demoni nelle loro case (….). Questi brahmani hanno scarsa istruzione, ma sovrabbondano in malizia e cattiveria (…). Da quando sono qui, un solo brahmano si è fatto cristiano”.

(Ep., I, 170 - i grassetti sono nostri)

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