martedì 25 maggio 2010

San Gregorio VII

A Canossa, l’Imperatore Enrico IV si presenta da penitente.



In occasione della festa del Papa San Gregorio VII (1015?-1085) vorrei meditare su un testo attribuito al Santo Pontefice e che ne riflette comunque il pensiero, il “Dictatus Papae”, la cui prima redazione nota è del 1090: un testo cordialmente detestato dai teologi progressisti. È una specie di sommario delle tesi che gli erano care. Storicamente, la più significativa è la tesi – che ha una sua armoniosa bellezza, per quanto sia abitualmente disprezzata – relativa ai rapporti fra il Papa e l’Imperatore. Ricordiamo che l’Imperatore del tempo, Enrico IV (1050-1106), interveniva pesantemente negli affari della Chiesa e cercava di controllarla attraverso la nomina dei vescovi. San Gregorio VII combatté questa politica. Voleva eliminare questa pretesa del governo imperiale e dare una lezione all’Imperatore. E ci riuscì.

Il “Dictatus Papae” mostra le relazioni che devono esistere fra il Sacro Romano Impero e il Papato. La seconda proposizione afferma che solo la monarchia del Romano Pontefice “può a buon diritto essere chiamata universale”. Questa universalità si riferisce al campo spirituale. Il Papa non pretende affatto di governare direttamente l’Impero. Ma rivendica il diritto di esercitare un’influenza decisiva.
Nel Sacro Romano Impero il documento vede la spada del Papa: pronta a proteggere la Santa Chiesa Cattolica, a difendere la fede e a combattere i suoi nemici. Da una parte, il potere temporale deve governare in modo indipendente secondo il diritto naturale. Dall’altra, il Papato deve sorvegliare che questo effettivamente avvenga. In questo senso i due poteri sono diversi e indipendenti.

Ma il “Dictatus Papae” afferma pure che, se ci si chiede qual’è il potere più elevato ed eminente in Terra, la risposta è chiara – e rappresentata anche nell’arte dell’epoca. Il Papa è sempre un gradino sopra; l’Imperatore sta alla sua sinistra, un gradino sotto, e ancora al di sotto dell’Imperatore stanno tutti i re e sovrani della sfera temporale. Alla destra del Papa, ma anche loro un gradino sotto, stanno tutti i membri della gerarchia cattolica che governa la sfera spirituale. È certo che nella concezione di Gregorio VII dei due poteri il Papa ha un primato e una posizione centrale.

In questo giorno della sua festa possiamo chiedere a San Gregorio VII d’intercedere per il mondo perché si recuperi lo spirito della sua nozione di distinzione e insieme di unità dell’ordine spirituale e dell’ordine temporale. Se questa diventasse una nozione generalmente accettata ci troveremmo all’alba del Regno di Maria. È anche vero che se venisse l’alba di una nuova epoca assai favorevole per la Chiesa, appunto il Regno di Maria, questa nozione ne farebbe parte. Preghiamo dunque San Gregorio VII perché chieda a Dio che questa sublime visione torni sulla Terra, in quanto ci è sommamente utile a trovare il giusto cammino.

(Plinio Corrêa de Oliveira)



Appendice


Clero, Nobiltà e Popolo armonia nella gerarchia

"Dictatus Papae"

Raccolta assiomatica dei 27 diritti arrogati al Papa

I
Che la Chiesa Romana è stata fondata da Dio e da Dio Solo.

II
Che il Pontefice Romano è l'unico che può essere giustamente chiamato "universale".

III
Che Lui solo può deporre o ripristinare i Vescovi.

IIII
Che in qualunque Concilio i suoi legati, anche se minori in grado, hanno autorità superiore a quella dei Vescovi, e possono emanare sentenza di deposizione contro di loro.
V
Che il Papa può deporre gli assenti.

VI
Fra le altre cose, non si possa rimanere nella stessa casa con coloro che Lui ha scomunicato.

VII
Che a lui solo è legittimo, secondo i bisogni del momento, fare nuove leggi, riunire nuove congregazioni, stabilire abbazie o canoniche e, dall'altra parte, dividere le diocesi ricche e unire quelle povere.

VIII
Che solo Lui può usare le insegne imperiali.

VIIII
Che solo al Papa tutti i Principi devono baciare i piedi.

X
Che solo il Suo nome venga pronunciato nelle chiese.

XI
Che questo sia il solo Suo nome al mondo.

XII
Che a Lui è permesso di deporre gli Imperatori.

XIII
Che a lui è permesso di trasferire i vescovi secondo necessità.

XIIII
Che Lui ha il potere di ordinare un sacerdote di qualunque chiesa voglia.

XV
Che colui che Lui ha ordinato può dirigere un'altra chiesa, ma non può mantenere posizioni inferiori e che un tale non può ricevere gradi superiori da alcun altro Vescovo.

XVI
Che nessun Sinodo sia detto "Sinodo Generale" senza il Suo ordine.

XVII
Che nessun Capitolo e nessun libro sia considerato canonico senza la Sua Autorità.

XVIII
Che una sentenza da Lui emanata non possa essere ritirata da alcuno e che soltanto lui, fra tutti, possa ritirarla.

XVIIII
Che Lui non possa essere giudicato da alcuno.

XX
Che nessuno osi condannare chi si appella alla Santa Sede.

XXI
Che a tale Sede vengano sottoposti i casi più importanti di ogni Chiesa.

XXII
Che la Chiesa Romana non ha mai errato; nè mai errerà per tutta l'eternità, secondo le Scritture.

XXIII
Che il Pontefice Romano, se è stato eletto canonicamente, è senza dubbio alcuno fatto santo dai meriti di San Pietro, secondo quanto detto da San Ennodio, vescovo di Pavia, e da molti Santi Padri che lo hanno sostenuto. Secondo quanto contenuto nei decreti di San Simmaco Papa.

XXIIII
Che, per Suo comando e col Suo consenso, sia legale per un subordinato di presentare accuse.

XXV
Che Lui possa deporre o ripristinare Vescovi senza convocare un Sinodo.

XXVI
Che chi non è in pace con la Chiesa Romana non sia considerato Cattolico.

XXVII
Che Lui possa liberare i sudditi dall'obbligo di obbedienza ad uomini malvagi.

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