giovedì 22 luglio 2010

2010: la Santa Chiesa e la modernità del messaggio di Fatima

La Chiesa, attuale centro di scontro fra la Rivoluzione e la Contro-Rivoluzione.

Nel 1959, quando scrivemmo Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, la Chiesa era considerata la grande forza spirituale contro l’espansione mondiale della setta comunista. Nel 1976 innumerevoli ecclesiastici, anche vescovi, figurano come complici per omissione, come collaboratori e perfino come promotori della III Rivoluzione. Il progressismo, installato quasi ovunque, sta trasformando in legna facilmente incendiabile da parte del comunismo la foresta in altri tempi verdeggiante della Chiesa cattolica. In una parola, la portata di questa trasformazione è tale che non esitiamo ad affermare che il centro, il punto più sensibile e veramente più decisivo della lotta fra la Rivoluzione e la Contro-Rivoluzione si è spostato dalla società temporale a quella spirituale e s’identifica con la santa Chiesa, nella quale s’affrontano da un lato progressisti, cripto-comunisti e filo-comunisti e dall’altro antiprogressisti e anticomunisti. (Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, Parte III, Cp. II, 4 B)



2010: la Santa Chiesa e la modernità del messaggio di Fatima


Pellegrinaggio del Papa in Portogallo

Brani su cui riflettere per evitare
l'amnesia provocata dagli agenti della Rivoluzione


[…] Perciò è vero che oltre il momento indicato nella visione, si parla, si vede la necessità di una passione della Chiesa, che naturalmente si riflette nella persona del Papa, ma il Papa sta per la Chiesa e quindi sono sofferenze della Chiesa che si annunciano.

 Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire in questo messaggio, vi è anche il fatto che non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa.

Anche questo si è sempre saputo, ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante: che la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici di fuori […]. La Chiesa quindi ha profondo bisogno di ri-imparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare da una parte il perdono, ma anche la necessità della giustizia. Il perdono non sostituisce la giustizia. (11 Maggio)


[…] Nel nostro tempo, in cui la fede in ampie regioni della terra, rischia di spegnersi come una fiamma che non viene più alimentata, la priorità al di sopra di tutte è rendere Dio presente in questo mondo ed aprire agli uomini l’accesso a Dio. Non a un dio qualsiasi, ma a quel Dio che ha parlato sul Sinai; quel Dio il cui volto riconosciamo nell’amore portato fino alla fine (cfr Gv 13, 1), in Gesù Cristo crocifisso e risorto. (12 Maggio, Benedizione delle fiaccole)

[…] C’è bisogno di autentici testimoni di Gesù Cristo, soprattutto in quegli ambienti umani dove il silenzio della fede è più ampio e profondo: i politici, gli intellettuali, i professionisti della comunicazione che professano e promuovono una proposta monoculturale, con disdegno per la dimensione religiosa e contemplativa della vita.

In tali ambiti non mancano credenti che si vergognano e che danno una mano al secolarismo, costruttore di barriere all’ispirazione cristiana.

Nel frattempo, amati Fratelli, quanti difendono in tali ambienti, con coraggio, un vigoroso pensiero cattolico, fedele al Magistero, continuino a ricevere il vostro stimolo e la vostra parola illuminante, per vivere, da fedeli laici, la libertà cristiana.

[…] Infatti, quando, nel sentire di molti, la fede cattolica non è più patrimonio comune della società e, spesso, si vede come un seme insidiato e offuscato da «divinità» e signori di questo mondo, molto difficilmente essa potrà toccare i cuori mediante semplici discorsi o richiami morali e meno ancora attraverso generici richiami ai valori cristiani.

Il richiamo coraggioso e integrale ai principi è essenziale e indispensabile; tuttavia il semplice enunciato del messaggio non arriva fino in fondo al cuore della persona, non tocca la sua libertà, non cambia la vita. Ciò che affascina è soprattutto l’incontro con persone credenti che, mediante la loro fede, attirano verso la grazia di Cristo, rendendo testimonianza di Lui.

[…] Iniziate o confermate proprio in questo i presbiteri. Nell’Anno sacerdotale che volge al termine, riscoprite, amati Fratelli, la paternità episcopale soprattutto verso il vostro clero. Per troppo tempo si è relegata in secondo piano la responsabilità dell’autorità come servizio alla crescita degli altri, e, prima di tutti, dei sacerdoti. (13 Maggio, Incontro con i Vescovi)


[…] Esprimo profondo apprezzamento a tutte quelle iniziative sociali e pastorali che cercano di lottare contro i meccanismi socio-economici e culturali che portano all’aborto e che hanno ben presenti la difesa della vita e la riconciliazione e la guarigione delle persone ferite dal dramma dell’aborto. Le iniziative che hanno lo scopo di tutelare i valori essenziali e primari della vita, dal suo concepimento, e della famiglia, fondata sul matrimonio indissolubile tra un uomo e una donna, aiutano a rispondere ad alcune delle più insidiose e pericolose sfide che oggi si pongono al bene comune.

[…] Tutto ciò ben si integra con il messaggio della Madonna che risuona in questo luogo: la penitenza, la preghiera, il perdono che mirano alla conversione dei cuori. (13 Maggio, Incontro con le organizzazioni della Pastorale Sociale)

[…] Infatti, oggi la cultura riflette una «tensione», che alle volte prende forme di «conflitto», fra il presente e la tradizione. La dinamica della società assolutizza il presente, staccandolo dal patrimonio culturale del passato e senza l’intenzione di delineare un futuro. […] Questo «conflitto» fra la tradizione e il presente si esprime nella crisi della verità, ma unicamente questa può orientare e tracciare il sentiero di una esistenza riuscita, sia come individuo che come popolo. Infatti un popolo, che smette di sapere quale sia la propria verità, finisce perduto nei labirinti del tempo e della storia, privo di valori chiaramente definiti e senza grandi scopi chiaramente enunciati. (Centro Culturale di Belém, a Lisbona)


[…] Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa. Qui rivive quel disegno di Dio che interpella l’umanità sin dai suoi primordi: «Dov’è Abele, tuo fratello? […] La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!» (Gen 4, 9). L’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo…

Nella Sacra Scrittura appare frequentemente che Dio sia alla ricerca di giusti per salvare la città degli uomini e lo stesso fa qui, in Fatima, quando la Madonna domanda: «Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi, in atto di riparazione per i peccati con cui Egli è offeso, e di supplica per la conversione dei peccatori?» (Memorie di Suor Lucia, I, 162).

[…] Possano questi sette anni che ci separano dal centenario delle Apparizioni affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria della Santissima Trinità. (13 Maggio, Santa Messa sul sagrato del Santuario)

(i grassetti sono nostri)

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