venerdì 1 ottobre 2010

Vittima espiatoria


La missione di Santa Teresina: mostrare una via che tutti potessimo percorrere.


Nel cinquantesimo della sua morte qualcuno che deve molto, moltissimo a Santa Teresina, cercherà di saldare con rispetto e amore parte del debito, commentando un aspetto della sua vita da un’angolatura dottrinale. I grandi peccatori sono i figli malati per la cui guarigione si profondono i tesori della Chiesa. I grandi santi sono i figli sani ed operosi che rimettono ad ogni momento, nel tesoro della Chiesa, nuove ricchezze per sostituire quelle erogate per i peccatori. Questo ci permette di stabilire una correlazione: per i grandi peccatori, grandi erogazioni del tesoro della Chiesa. Quindi, o queste grandi elargizioni sono reintegrate con nuovi slanci di generosità di Dio e delle anime sante, oppure le grazie divengono meno abbondanti, e il numero dei peccatori aumenta. Onde nulla di più necessario, per l’espansione della Chiesa, che arricchire sempre di più il suo tesoro soprannaturale con nuovi meriti.

Evidentemente, si possono acquistare meriti praticando ovunque la virtù. Ma ci sono, nel giardino della Chiesa, anime che Dio destina specialmente a questo fine. Sono quelle che Egli chiama alla vita contemplativa e che si dedicano specialmente ad amare Dio, ad espiare per gli uomini. A queste anime scelte, Egli manda tutte le prove che vuole, se così serve a salvare numerosi peccatori. Dio non smette di flagellarle, in una maniera o nell’altra, cogliendo in loro i fiori della pietà e della sofferenza, e in questo modo salvano altre anime con il loro meriti. Nulla di più ammirevole di consacrarsi alla vocazione di vittima espiatoria per i peccatori. Soprattutto quando vediamo che sono numerosi coloro che si danno al lavoro e molti quelli che pregano; ma chi ha il coraggio di espiare? Questo è il senso più profondo della vocazione dei trappisti, delle francescane, delle domenicane e delle carmelitane, tra cui fiorì la soave ed eroica Teresina.


Il suo metodo è stato qualcosa di speciale. Conformandosi pienamente alla volontà di Dio, non chiedeva sofferenze e né le rifiutava. Dunque, che si facesse con Lei ciò che Dio volesse. Mai chiese a Dio o alle sue superiore di allontanarla da qualsiasi dolore. Il suo cammino era la piena sottomissione. Ebbene, nella vita spirituale la completa sottomissione equivale alla piena santificazione. Inoltre, il suo metodo si caratterizza per un’altra nota importante: Santa Teresina non praticava grandi mortificazioni fisiche. Si limitava a quello che la regola prescriveva. Ma si sforzò in un altro tipo di mortificazione: fare ad ogni ora, ad ogni istante, mille piccoli sacrifici, mai la propria volontà, mai ciò che è comodo o piacevole. Sempre fare il contrario di ciò che i sensi chiedevano; ed ognuno di questi piccoli sacrifici diventavano una piccola moneta nel tesoro della Chiesa. Piccola, sì, ma d’oro zecchino: il valore di ogni piccolo atto stava nell’amore di Dio col quale era compiuto. Che amore meritorio! Santa Teresina non godeva di visioni, neppure di quei momenti sensibili e naturali che a volte rendono talmente amena la devozione. Quindi, aridità interiore assoluta, amore arido, ma ammirevolmente ardente, frutto di una volontà formata dalla fede, con la salda ed eroica adesione a Dio, nella atonia involontaria e irrimediabile della sensibilità. Amore arido ed efficace, nella vita di pietà, è sinonimo di amore perfetto … Ecco una grande via, una via semplice: non è semplice fare piccoli sacrifici? Non è più semplice non avere visioni anziché averle? Non è più semplice accettare i sacrifici invece di chiederli? Un via semplice, una via per tutti. La missione di Santa Teresina fu quella di farci vedere un cammino che tutti potessimo percorrere. Voglia Santa Teresina aiutarci a percorrere questa via regale, che porterà agli altari non una o un’altra anima ancora, ma intere legioni di anime”.


“Quando sarò in Cielo – disse Santa Teresina alla Madre Agnese – quante grazie chiederò per voi! Oh, tormenterò tanto il buon Dio che se dapprima volesse non ascoltarmi, la mia importunità lo forzerebbe a esaudire i miei desideri! Questo fatto si trova nel Vangelo (Lc 11, 5-8)…” (S. Teresa del Bambino Gesù, Opere complete, Libreria Editrice Vaticana, Edizioni OCD, 1997, Ultimi colloqui, pag. 979).

(Plinio Corrêa de Oliveira - “Legionario”, Settembre 1947)

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