venerdì 23 agosto 2013

Egitto: la cristianofobia taciuta dall’Occidente


I vescovi cattolici denunciano atti di violenza nei confronti di persone e edifici. I media statunitensi ed europei deformano la realtà difendendo i Fratelli Musulmani


Sono ormai quasi 80 le chiese bruciate in Egitto insieme a 85 negozi e 58 case. Per questo la chiesa copta ortodossa ha appoggiato l’esercito contro i Fratelli Musulmani. (…) C’è chi dice che l’esercito sta cavalcando l’onda, ma intanto sta proteggendo la popolazione: «Siamo sotto attacco, ogni ora riceviamo notizie di un convento, di una chiesa o di una casa appartenente a un cristiano dati alle fiamme», ha dichiarato un sacerdote copto, Bola Morkos, a Repubblica. Il prete ha spiegato ieri che durante la presidenza Morsi «i Fratelli avevano persino cercato di impedirci di celebrare il Natale e la Pasqua». […] Il vescovo copto cattolico Youhannes Zakaria, costretto in casa perché assediato dai fondamentalisti, ha detto che i «manifestanti pro Morsi sono arrivati sotto il vescovato gridando: “Morte ai cristiani”. Siamo stati salvati dalla polizia e ora l’esercito presidia l’edificio».

Fonte: Tempi 22/08/13 – Benedetta Frigerio




[…] Fino al 30 giugno l'esercito non è mai intervenuto. (…) Vorrei far notare due cose importanti . Primo, durante la rivoluzione di piazza Tahrir, l'esercito ha sempre difeso la popolazione […]

Secondo, da questo ultimo  intervento nella cacciata di Morsi l'esercito non ha guadagnato niente. Non è stato come ai tempi di Nasser, Sadat o Mubarak - che provenivano tutti dall'esercito - in cui i militari hanno preso il potere. Questa volta essi hanno messo in atto un governo di laici e si sono fatti garanti dell'ordine. 



[…] Quale profitto ne ha tratto l'esercito? Negli ultimi giorni ha avuto un centinaio di morti. Nessuno militare ha preso più potere. Hanno voluto sempre garantire che nel nuovo governo tutti fossero rappresentati, e hanno chiesto a tutti i partiti di presentare qualche candidato. (…) Ma i Fratelli hanno rifiutato qualunque dialogo, obbligando così l'esercito a garantire la sicurezzaL'Unione Europea (con il presidente Manuel Barroso) e gli Stati Uniti (con il presidente Barack Obama) continuano a dire che l'esercito deve entrare in dialogo con i Fratelli musulmani, che non si deve escluderli, ma sono proprio i Fratelli musulmani ad aver bloccato il dialogo e a rifiutare la collaborazione,  pretendendo sempre e soltanto il ritorno di Morsi. L'esercito avrà forse abusato della sua forza, ma è anche vero che i Fratelli musulmani, molti di loro armati fino ai denti, hanno attaccato soldati, banche, sedi del governo, individui, senza parlare di decine di chiese e di istituzioni cristiane.


Fonte: Asia News 22/08/13 - di Samir Khalil Samir


Video che documenta la violenza dei Fratelli Musulmani che l’Occidente fa finta di non vedere (immagini forti)






Avviso del Presidente dell’Associazione della Stampa Estera al Cairo

Cari colleghi dell’Associazione della Stampa Estera al Cairo,

senza schierarmi nel conflitto interno, considero che sia mio dovere rendere i nostri membri consapevoli del crescente reale pericolo per la nostra attività giornalistica e anche per la nostra vita. Purtroppo alcuni dei nostri colleghi sono caduti vittime di attacchi fatali. Non sono stati delle semplici vittime del caos o di un normale scambio di fuoco, ma gli hanno sparato addosso in modo intenzionale. Non sono stati né gli agenti della Polizia o l’Esercito, ma i sedicenti “manifestanti pacifici”. Io stesso oggi sono fortunatamente sfuggito per un soffio al fuoco di un cecchino sul Ponte 15 maggio nel quartiere di Zamalek. Il criminale non era assolutamente un poliziotto e possono testimoniare il fatto dei comuni cittadini egiziani che si trovavano sul luogo. Non mi trovavo lì per attività giornalistica, ma ero semplicemente diretto a un caffè per incontrare degli amici.

È scandaloso ciò che commettono questi violenti “manifestanti”. Attaccano la gente all’improvviso, attaccano il proprio Stato, attaccano gli edifici pubblici e un ancor più cospicuo numero di chiese, negozi e case dei cristiani. Non è mio compito come Presidente dell’Associazione della Stampa Estera tediarvi con delle analisi politiche, ma si sento costretto dalla mia coscienza e dall’etica professionale di esprimere la mia ferma disapprovazione per il fatto che la guerra che i “manifestanti” combattono contro lo Stato che ci ospita solo raramente viene trattata dai giornalisti in modo adeguato. Ma non è mai tardi. Fate attenzione!

Il Presidente Volkhard Windfuhr*

*Windfuhr è un arabista, esperto del Medio Oriente, corrispondente del settimanale Der Spiegel.

Fonte: Traduzione del testo inglese ad opera di ioamolitalia

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