martedì 29 luglio 2014

Attenti alla immagine


È una legge non scritta, secondo la quale molte cose influenzano di più attraverso una loro immagine che viene proiettata, anziché per la loro reale esistenza.

La propaganda usa molto questo sistema per presentare i suoi prodotti sotto un prisma attraente e gradevole, non sempre consono alla realtà: una prelibatezza super saporita, che al palato del cliente si rivela amara; una sedia confortevole, che in effetti è scomoda; un computer di ultimo tipo, che presenta una serie di difetti; e via dicendo.

Si deve quindi essere cauti nei confronti delle immagini confezionate. Da questa regola non si salvano nemmeno i politici, i capi di Stato, gli ecclesiastici, e neppure lo stesso Papa, quando li vediamo focalizzati dalle lenti spesso deformanti dei media e della propaganda in genere.



Parliamo del Papa. È un dato di fatto che nei suoi confronti vengono pubblicate tante, e persino tantissime materie sui mezzi di comunicazione: le radio, i giornali, le televisioni, in internet ecc. Come lo presentano? Vale la pena soffermarci su questo argomento, anche se in modo breve, perché è di massima importanza come elemento per farci capire il corso attuale dei fatti e delle menti.

Non vi è nulla di più augusto, di più elevato, di più santo del Papato. Attraverso i secoli, la Chiesa ha sempre venerato il Papa come il “dolce Cristo in Terra”. Mi associo con tutta l’anima a questa venerazione. Un’altra cosa, però, è la figura che la propaganda vuole presentare, al giorno d’oggi, di Papa Francesco. Ed è della figura, soltanto di questa, che voglio occuparmene qui.

Essa si trova in un’intima connessione con l’immagine che si è creata a proposito dell’America Latina, che sarebbe un continente di povertà, scartato dai settori ricchi e sviluppati del mondo, emarginato ed oppresso.


Prima Messa sulla Terra de Santa Cruz
Della formazione cristiana del Brasile – per esempio, le sue magnifiche realizzazioni come la catechesi degli indios, le chiese e la musica barocche, le famose sculture dei “profeti” dell’Aleijadinho, gli eroi della battaglia di Guararapes – e delle speranze che sbocciarono in queste terre, non se ne parla più. 

Un pesante silenzio cade su questo passato glorioso, per dare il posto alla propaganda dell’MST [Movimento dei Senza Terra, invasore delle fattorie], dei senza-tetto, dei black blocs. I negri e gli indios, anche loro formatori della nostra nazionalità, sono presentati soltanto come categorie calpestate che devono ribellarsi e rivendicare diritti in nome della lotta di classe e di razze. Nel frattempo accade pure qualcosa di simile nelle nazioni sorelle, di origine ispanica.


Riforma agraria, l'irrinunciabile sogno comunista
Stando a questa prospettiva, l’ascensione di un Papa latino-americano al trono di Pietro significherebbe - sempre secondo quest’immagine - l’inizio di una insurrezione dei poveri contro i ricchi, del MST contro i latifondiari, dei senza-tetto contro gli industriali e i commercianti, degli indios e dei negri contro i bianchi e, infine, dell’America Latina, povera e calpestata, contro il capitalismo nordamericano oppressore, così come contro le tradizioni di ostentazione di un’Europa cristiana millenaria. E in questo modo si avrebbe insediato sulla Cattedra sacrosanta di Pietro, non più il Padre della Cristianità, il Difensore della Fede, il Vicario di Cristo, ma un promotore, a livello religioso-universale, dei principi marxisti.

Mi rendo ben conto che questa presentazione ha odore di blasfemia. Ma non viene da me. Io sto soltanto esplicitando ciò che tutti avvertono nel leggere i giornali, le riviste, assistendo alla televisione, ma che non riescono ad esserne interamente consapevoli.
Ecco l’immagine con cui si vuole presentare Papa Francesco.

Insisto: sto discorrendo soltanto dell’immagine. Ma succede che questa immagine può influenzare talmente a fondo le mentalità di coloro che la prendono per realtà, che può produrre un danno irreparabile nelle anime di molti dei nostri contemporanei, soprattutto dei cattolici. È importante, quindi, conoscerla per difendersi.

Gregorio Vivanco Lopes – “Catolicismo”, Maggio 2014





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