venerdì 24 ottobre 2014

Il meraviglioso e la smorfia della Rivoluzione


Dio vuole che viviamo avendo dinanzi agli occhi delle meraviglie; e che restiamo meravigliati di tutto ciò che è bello.

L’anima rivoluzionaria invece
ha avversione per il meraviglioso e apprezza solo le cose sensuali. A tal punto che il rivoluzionario cerca di imbruttire le cose meravigliose che ci sono state affidate dal passato.

Prendiamo come esempio la piramide di vetro installata nel cortile principale del Palazzo del Louvre – che oggi è il più notevole museo di Parigi.

Fatta su comanda dal presidente socialista François Mitterand, questa orrenda piramide imbruttisce una delle più belle vedute esistenti al mondo, cioè il cortile del Louvre. Perché? Perché ciò che è meraviglioso rispecchia Dio. Tutte le cose belle esistenti riflettono Dio, ma in maniera disuguale. In modo che ci sono cose che rispecchiano di più Dio, ed altre meno. E le più meravigliose sono quelle che riflettono più intensamente il Creatore.

Quindi, abituandoci ad amare le cose meravigliose secondo il grado di meraviglia che producono, diventiamo più propensi ad adorare Dio. Ci abituiamo a desiderare il Cielo, che è la concentrazione di tutte le meraviglie, in tutte le forme e gradi immaginabili.

Quando abbiamo orrore al volgare, al brutto, al sordido e al caricaturale, ripudiamo ciò che è il contrario di Dio. E l’amore alle cose meravigliose porta l’uomo a credere nel suo Creatore e poi lo avvia ad adorarLo.

La Rivoluzione induce l’uomo a non apprezzare il meraviglioso. Quindi, mentre la fede in Dio adorna l’anima, rendendola meravigliosa, l’atteggiamento rivoluzionario, al contrario, incupisce l’anima, trasformandola in un antro, una spelonca.

Plinio Corrêa de Oliveira

(Rivista Catolicismo, Settembre 2014)

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