giovedì 11 giugno 2009

Tony Blair, un cavallo di troia?

“In un mondo che cambia, il Vangelo non muta. Date voi per primi testimonianza di una vita convertita e perdonata”. (Benedetto XVI, Verona,19 ottobre 2006)


Il ‘neoconvertito’ Blair “sposa” i gay e fa lezione al Papa: «È troppo anziano»

Ecco una notizia che farà contento soprattutto Franco Grillini e tutti i soci dell’arcigay. A perorare la causa dell’omosessualità si è messo niente meno che l’ex premier britannico Tony Blair, che tra una conferenza milionaria e un’altra (il compenso di Blair oratore è di 7.300 euro al minuto) ha trovato il tempo di rilasciare un’intervista al magazine gay “Attitude” in cui “consiglia” la Chiesa cattolica di essere più tollerante nei confronti dei diversi.

«Il Vaticano - ha detto Blair - dovrebbe ripensare la propria posizione nei confronti degli omosessuali e abbandonare le posizioni trincerate, mentre il mondo - e con esso i fedeli stessi - si evolve». Il problema - secondo Blair - è che il Papa (82 anni) è troppo vecchio. Quando gli è stato chiesto un commento sulla definizione di omosessualità elaborata da Benedetto XVI nel 1986 (“una tendenza intrinseca al male morale”), l'ex premier britannico ha risposto: «Su questo punto c'è un'enorme differenza generazionale. Abbiamo bisogno di un’attitudine mentale per cui i ripensamenti e il concetto di evoluzione delle disposizioni individuali facciano parte dell’approccio alla fede religiosa». Ma la gente di chiesa normale - è convinto Blair - la pensa come lui: «Se si va in una qualunque chiesa la domenica e si fa un sondaggio si resterà sorpresi nel vedere quante persone mostrano una mentalità liberale. E se si chiede alle congregazioni, vedrete che i fedeli non basano la loro fede su questo tipo di atteggiamenti arroccati». La domanda è: perché tanta solerzia a favore di una causa che non gli è mai stata propria? Forse si aspetta di essere chiamato a parlare a un dibattito sull’omosessualità e ricevere un altro compenso da capogiro dopo i 200mila euro guadagnati al convegno «Il leader come costruttore di nazioni durante la globalizzazione» nelle Filippine. O forse ancora ha maturato dentro di sé un’altra conversione (due anni fa, quando la lasciato la guida del Regno Unito, ha abbandonato la Chiesa anglicana per diventare cattolico) e si sta preparando il terreno per poter fare la comunione anche dopo l’outing. Ma l’ex premier non si è limitato a consigliare alla Chiesa Romana l’apertura ai gay. E’ andato ben oltre e ha colto l’occasione anche per suggerire un ammodernamento a tutto tondo. Come lui fece con il partito laburista, a cui diede una svolta a dir poco liberale, anche la Chiesa dovrebbe “ri-organizzarsi”.

«Le organizzazioni religiose hanno gli stessi dilemmi dei partiti politici e quando si trovano di fronte a circostanze che cambiano hanno due possibilità. La prima è ancorarsi sulle proprie posizioni e non uscire dagli schemi per non rischiare di perdere il proprio zoccolo duro. La seconda è accettare che il mondo sta cambiando e decidere di mettersi alla guida del cambiamento». Forse, però, a volte i conti bisogna farli. La Chiesa cattolica è un’istituzione che resiste da quasi due millenni e ha oltre un miliardo di fedeli in tutto il mondo. Il Labour Party ha soltanto un secolo di storia e un numero di fedeli che si riduce sempre di più: tanto che alle amministrative dell’anno scorso è diventato il terzo partito del Paese.

(di Fausta Chiesa – ‘Libero’, 09/04/09)

Pro memoria

“La tolleranza, che ammette per così dire Dio come opinione privata,
 gli rifiuta il dominio pubblico, non è tolleranza, ma ipocrisia".

(Benedetto XVI, nell'omelia tenuta il 2 ottobre 2005, per l'apertura del Sinodo dei Vescovi)

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